domenica 19 luglio 2009


I circuiti neuronali della paura


Da una ricerca sui ratti

Grazie ai risultati ottenuti, i ricercatori sperano di ottenere preziose informazioni per trattare i disturbi d'ansia, e in particolare qualli legati allo stress post traumatico


La paura è un'emozione fondamentale negli animali così come nell'uomo. Ora un gruppo di neuroscienziati ha localizzato per la prima volta i neuroni responsabili del condizionamento dovuto alla paura nei mammiferi.

Il condizionamento dovuto alla paura è una forma di apprendimento pavloviano, o associativo, ed è considerato un sistema modello per la comprensione delle fobie, del disturbo da stress post traumatico e di altri disturbi d'ansia.

Utilizzando una tecnica di imaging che permette di visualizzare l'attivazione neuronale nei ratti i ricercatori dell'Università di Washington hanno individuato nel nucleo basolaterale dell'amigdala la regione in cui è codificato il condizionamento dovuto alla paura.

Già precedenti studi avevano indotto a sospettare che sia l'amigdala sia altre regioni cerebrali, come l'ippocampo dorsale, fossero associate alla formazione dei ricordi di eventi paurosi.

“Questo nuovo lavoro sembra indicare che il ruolo dell'ippocampo sia quello di elaborare e trasmettere all'amigdala l'informazione degli stimoli condizionati”, ha commentato Ilene Bernstein, docente di psicologia dell'UW e coautrice dell'articolo apparso sulla rivista ad accesso libero "PLoS One".

Il condizionamento associativo è la forma basilare di apprendimento nel regno animale ed è utilizzato regolarmente nello studio delle trasformazioni che subiscono i circuiti cerebrali come risultato dell'esperienza.

In questo caso, la sperimentazione era tesa alla ricerca del sito in cui convergono nel cervello l'informazione riguardante stimoli condizionati e stimoli incondizionati quando si formano i ricordi di paura. I ricercatori hanno utilizzato quattro gruppi di ratti e li hanno posti singolarmente per 30 minuti all'interno di una camera che non avevano mai visto prima.

I ratti del gruppo di controllo procedevano a esplorare la camera, poi diventavano meno attivi e alcuni di essi infine si addormentavano. Anche il gruppo dello “shock ritardato” esplorava la camera, diminuiva l'attività, ma riceveva una scossa elettrica dopo 26 minuti. I ratti del terzo gruppo venivano lasciati tranquilli a prendere confidenza con la camera in 10 visite successive e infine ricevevano anch'essi la scossa elettrica. Il gruppo finale riceveva invece lo shock elettrico immediatamente dopo essere stato introdotto nella camera.

Nei giorni successivi, i ratti sono stati posti nuovamente uno a uno nella camera, dove hanno mostrato il caratteristico comportamento di immobilizzazione, frutto della paura. Le forme più intense di immobilizzazione si osservavano in quegli animali che avevano ricevuto uno shock ritardato senza essersi familiarizzati con l'ambiente.

Solo nel gruppo dello shock ritardato sono state trovate prove di attivazione convergente dello stimolo condizionato (la camera) e di quello incondizionato (lo shock). L'esperimento ha così mostrato come gli animali possano acquisire una paura a lungo termine quando un nuovo contesto è accoppiato con uno shock somministrato 26 minuti dopo, ma non quando lo shock è associato a un contesto familiare.

"La paura e l'avversione per un sapore sono entrambi esempi di apprendimento associativo, in cui due esperienze vengono acquisite insieme. Spesso l'apprendimento è molto rapido, poiché è critico per la sopravvivenza: infatti permette di evitare posti pericolosi o i cibi tossici", ha spiegato la Bernstein. "Le persone spesso hanno fobie che sono causate da stimoli che provengono da qualcosa che è successo loro, come essere spaventati da un serpente o essere in una camera buia. In questo modo sviluppano un disturbo ansioso".

"Grazie a questi risultati possiamo ricavare preziose informazioni per trattare i disturbi d'ansia, facendo in modo da diminuire o eliminare il condizionamento: è anche uno strumento per comprendere ciò che succede nelle cellule cerebrali e il meccanismo sottostante al condizionamento dovuto alla paura." (fc)

tratto da http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/titolo/1339183


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