domenica 30 agosto 2009

LA TEORIA DEL PROSPETTO

La Teoria del prospetto è una teoria della decisione formulata dagli psicologi israeliani Daniel Kahneman e Amos Tversky nel 1979[1]. Essa rappresenta un'alternativa descrittiva allaTeoria dell'utilità attesa di John von Neumann e Oskar Morgenstern.

Ciò significa che, mentre la teoria classica aveva il fine di stabilire le condizioni ideali (‘’normative’’) secondo cui una decisione può essere definita ‘’razionale’’, la teoria del prospetto si propone invece di fornire una descrizione di come gli individui effettivamente si comportano di fronte a una decisione. La teoria del prospetto si focalizza in particolare sulle decisioni in condizione di rischio, che sono definite come le decisioni in cui è conosciuta (o si può stimare) la probabilità associata ai possibili esiti di ogni alternativa a disposizione[2].

Presupposti

L’aspetto più innovativo di questa formulazione sta nel fatto che essa si basa su evidenze empiriche. Attraverso numerosi esperimenti di psicologia cognitiva, infatti, Kahneman e Tversky dimostrarono come le scelte degli esseri umani violassero sistematicamente i principi della razionalità economica[3]. In particolare i due autori posero l’accento su due importanti fenomeni psicologici, in realtà collegati tra loro:

  1. L’effetto contesto (framing): il frame, cioè il contesto in cui l’individuo si trova a operare la scelta, ha un effetto determinante sulla scelta stessa. In particolare il modo in cui il problema viene formulato influisce sul il modo in cui l’individuo percepisce il punto di partenza (o ‘’status quo’’), rispetto a cui valutare i possibili esiti delle proprie azioni. Un celebre esempio di questo effetto è il problema della malattia asiatica[3], in cui due diverse formulazioni dello stesso problema conducono generalmente a due diverse decisioni da parte della maggioranza degli individui.
  2. L’avversione alle perdite: Per la maggior parte degli individui la motivazione ad evitare una perdita è superiore alla motivazione a realizzare un guadagno. Questo principio psicologico generale, che è probabilmente collegato ad una sorta di istinto di sopravvivenza, fa sì che la stessa decisione può dare origine a scelte opposte se gli esiti vengono rappresentati al soggetto come perdite piuttosto che come mancati guadagni. Ad esempio è più facile rinunciare a un possibile sconto piuttosto che accettare un aumento di prezzo, anche se la differenza tra il prezzo iniziale e quello finale è la stessa[4].

La funzione valore

La teoria del prospetto integra in una formulazione matematica gli aspetti più propriamente psicologici della valutazione individuale con il principio fondamentale della teoria dell'utilità attesa, secondo cui la scelta più razionale è quella che massimizza il prodotto del valore atteso di ogni evento per la sua probabilità. Kahneman e Tversky introducono infatti una value function, in cui le probabilità degli eventi possibili viene ponderata attraverso il valore π, che rappresenta il ‘’peso’’ che ogni esito ha nella valutazione dell’individuo. La value function è descritta dall’equazione

V(\tilde{x})=\sum_{i=1}^n\pi(p_i)v(x_i)

dove \pi(\cdot) è una trasformazione, non lineare, delle probabilità pi.

Come risulta chiaro dalla rappresentazione, la value function ha un andamento non lineare: in particolare, considerando il centro del grafico come la situazione di partenza del decisore (statu quo), la funzione è concavanella regione dei guadagni e convessa nella regione delle perdite: questo significa che piccole variazioni vicine al punto di partenza (in entrambe le regioni) hanno un impatto maggiore sulla scelta rispetto a grosse variazioni lontane dal punto stesso. Inoltre, la curva ha una pendenza maggiore nella regione delle perdite, il che permette di spiegare il fenomeno descritto precedentemente come avversione alle perdite: Un guadagno e una perdita dello stesso valore assoluto non hanno lo stesso effetto sulla scelta, ma una perdita ha proporzionalmente un impatto maggiore.

Applicazioni e sviluppi

La teoria del prospetto ha avuto un notevole successo, soprattutto in ambito economico, tanto che uno dei suoi autori, Daniel Kahneman, ha vinto nel 2002 il Premio Nobel per l'economia. Le sue previsioni si sono rivelate efficaci, soprattutto, nel descrivere il comportamento degli investitori e degli agenti economici, e nel fornire una spiegazione ad alcune violazioni della teoria dell'Utilità come l'effetto costo sommerso (sunk cost) e l'effetto possesso (endowement). Tuttavia la sua validità psicologica, e in particolare la sua estendibilità a contesti diversi da quello finanziario non sono universalmente condivise. Una possibile applicazione della teoria del prospetto al di fuori del contesto economico è stata tuttavia fornita dallo storico militare John A. Lynn, il quale sostiene che la teoria fornisce un'interessante, anche se non direttamente verificabile, interpretazione della politica estera di Luigi XIV negli ultimi anni del suo regno[5].

Dal punto di vista della teoria della decisione, la teoria del prospetto, pur avendo meriti indiscutibili, vìola il principio della dominanza stocastica, che si applica alle situazioni in cui una determinata distribuzione di probabilità sugli esiti è superiore ad un'altra. Nel 1992 è stata sviluppata dagli stessi autori una versione riveduta della teoria, detta Teoria del prospetto cumulativo[6], che include le situazioni di dominanza stocastica.

Daniel Kahneman

Note

  1. ^ Daniel Kahneman e Amos Tversky, Prospect Theory: An Analysis of Decision Under Risk, Econometrica, 47(2), 1979, 263-291.
  2. ^ Rino Rumiati, Nicolao Bonini, ‘’Psicologia della decisione’’, Bologna, Il Mulino, 2001, pag. 13, ISBN 8815081461.
  3. ^ a b Amos Tversky e Daniel Kahneman, The Framing of Decisions and the Psychology of Choice , Science, New Series, Vol. 211, No. 4481. (Jan. 30, 1981), pp. 453-458.
  4. ^ Amos Tversky e Daniel Kahneman, Rational Choice and the Framing of Decisions, The Journal of Business, Vol. 59, No. 4, Part 2: The Behavioral Foundations of Economic Theory. (Oct., 1986), pp. S251-S278.
  5. ^ John A. Lynn, (1999) The Wars of Louis XIV 1667-1714, United Kingdom: Pearson Education Ltd, 1999, pp. 43-44
  6. ^ Tversky, Amos (1992) Advances in prospect theory: Cumulative representation of uncertainty . Journal of Risk and Uncertainty 5: 297-323. DOI:10.1007/BF00122574.
TRATTO DA WIKIPEDIA

Daniel Kahneman

il premio Nobel per l'Economia ad uno psicologo

Le ragioni ufficiali del Nobel

La commissione per i Nobel dell'Accademia Reale delle Scienze Svedese ha deciso di assegnare il Premio "Banca di Svezia per le scienze economiche 2002" in memoria di Alfred Nobel per meta' congiuntamente a:

Daniel Kahneman
Princeton University, USA
Nato nel 1934 a Tel Aviv, Israel (cittadino USA e Israeliano )
PhD presso la University of California a Berkeley nel 1961.
“per aver integrato argomenti della ricerca psicologica con le scienze dell'economia, con particolare riguardo ai processi decisionali e di giudizio nelle incertezze”


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